POLENTA CON FARINA INTEGRALE DI CICERCHIE
Le cicerchie, o piselli d'India, sono un legume appartenente alla famiglia delle Fabaceae, diffusamente coltivati per il consumo umano in Asia, Africa orientale e limitatamente anche in Europa e in altre zone.
In Sicilia si coltivavano soprattutto in una decina di paesi delle province di Messina, Catania, Siracusa ed Enna.
In particolare, la zona di elezione nella coltivazione di questo legume erano (sono) taluni paesini che hanno in comune l’idioma definito “gallo-italico”.
Leonardo Sciascia chiamava queste località la "lombardia siciliana", in realtà l’influsso non è lombardo ma ligure-piemontese.
Ad Aidone si coltivavano da un tempo indeterminato, taluni ne ritengono possibile la presenza sin dal IV° sec. a.C. nell’antica Morgantina.
Solitamente le cicerchie si cucinano bollite come gli altri cereali.
Ad Aidone e negli altri paesi gallo-italici (principalmente Nicosia, Piazza Armerina, San Fratello, Sperlinga, Acquedolci e Novara di Sicilia) si utilizza quasi esclusivamente sotto forma di farina e si cucina come una polenta, in dialetto aidonese “frasquatul’”, che poi viene mangiata calda, condita con olio evo nuovo e abbondante pepe nero o, il giorno dopo, tagliata a fette, infarinata e fritta.
Alcuni nell’acqua della polenta aggiungono verdure a pezzetti (finocchietti, cavoli, ecc.) o, al termine della cottura, un soffritto di aglio.
Le cicerchie non contengono glutine.
Preparazione della polenta.
Ingredienti per circa quattro piatti fondi:
1 l. di acqua
250 g. di farina di cicerchie
sale quanto basta
Variante 1 - semplice.
Portare l’acqua ad ebollizione e salarla.
Spegnere la fiamma e aggiungere la farina a pioggia poco per volta, senza mai smettere di girare nello stesso verso con un cucchiaio di legno.
Se dovessero formarsi dei grumi (cosa probabile), poco male. Con un frullatore ad immersione (minipimer) si provveda ad eliminarli.
Appena versata tutta la farina si può riaccendere la fiamma a fuoco moderato e si continua a girare per circa dieci minuti.
A questo punto la polenta è pronta per essere mangiata.
Variante 2 – con verdure.
Aggiungere o finocchietti selvatici o cavoli o altra verdura a piacimento.
Tagliare le verdure a pezzettini, circa mezzo centimetro.
Portare l’acqua ad ebollizione e salarla, mettere le verdure e aspettare che siano cotte.
Togliere le verdure con una schiumarola e metterle in un piatto.
Spegnere la fiamma e aggiungere la farina a pioggia poco per volta, senza mai smettere di girare nello stesso verso con un cucchiaio di legno.
Se dovessero formarsi dei grumi (cosa probabile), poco male. Con un frullatore ad immersione si provveda ad eliminarli.
Appena versata tutta la farina si può riaccendere la fiamma a fuoco moderato e si continua a girare per circa dieci minuti.
Solo ora si possono aggiungere le verdure già cotte.
A questo punto la polenta è pronta per essere mangiata.
La polenta versata nel piatto fondo va irrorata di olio extravergine d’oliva nuovo fino a coprirla tutta, indi una generosa grattugiata di pepe nero.
Variante 3 – con soffritto.
Tanto la polenta semplice quanto quella con verdure può essere arricchita con un soffritto di olio e aglio, da versare appena pronta e prima di metterla nei piatti.
Variante 4 – fritta.
Tanto la polenta semplice quanto quella con verdure può essere versata nei piatti fondi, precedentemente bagnati, e fatta raffreddare, inizialmente naturalmente per poi essere messa in frigo.
Il giorno dopo si capovolge il piatto e si taglia a listarelle larghe 1 o 2 centimetri.
Le listarelle vanno infarinate nella semola rimacinata di grano duro e fritte in una padella con poco olio extravergine d’oliva già caldo.
Quando si sarà formata una crosticina dorata e croccante saranno pronte.
Le listarelle di polenta si possono mangiare calde o tiepide.